Brambilla’s Caffè

 

Quando è nato il bar e come avete iniziato?

Siamo nati nel Luglio 2013, quindi ormai otto anni fa. Ero da solo e, nonostante credessi nelle mie capacità, non immaginavo che saremmo riusciti a sfruttare così a pieno un posto così piccolo. Sorprendentemente invece ci siamo sviluppati bene e di parecchio. Ho iniziato da solo e con solo la parte interna del bar, con il tempo poi siamo riusciti ad ottenere anche la parte esterna e oggi ci sono anche tre dipendenti che speriamo possano presto diventare quattro.

Ricordi cosa hai pensato in quei primi giorni di Marzo dello scorso anno?

È stata una doccia gelata incredibile. Non siamo riusciti a pensare a nulla perché chiaramente non c’erano soluzioni nell’imminente. Eravamo proprio in attesa di quello che sarebbe successo. Si è trattato di una situazione che è durata due mesi prima di avere dei chiarimenti su quando avremmo potuto riaprire. Pensare a delle soluzioni era impossibile, ero solo preoccupato per il domani, per il futuro.

All’inizio hai pensato che ci trovavamo davanti a qualcosa di così complesso?

Sinceramente no, non immaginavo che sarebbe durato così a lungo.

Cosa hai fatto per far fronte alla crisi, per adattarvi alla “nuova normalità” e per rispettare le disposizioni che arrivavano dal governo?

Abbiamo cercato di attenerci alle istruzione che hanno dato. Abbiamo lavorato dal primo giorno utile, cioè dal 4 di Maggio del 2020, cercando di fare le cose nel rispetto delle norme igieniche. Così facendo siamo riusciti a cavarcela in qualche modo.

Quale è stato il momento più difficile?

I momenti più difficili sono stati sicuramente i primi due mesi quando era impossibile prevedere quale sarebbe stato il momento della ripartenza. Era impossibile fare qualsiasi

previsione. Accorgersi che il governo non riuscisse a fornire le tempistiche necessarie per la ripartenza, è stato sicuramente il momento peggiore. Era impensabile non poter trovare una soluzione e non poter vedere l’orizzonte. Tutto questo ci faceva sentire in un buco nero.

Hai mai pensato di mollare?

Mai. Non ho mai pensato di mollare. Sapevo che sicuramente ci sarebbe stato un momento di ripresa. Ma mai avrei immaginato che questa situazione sarebbe durata così a lungo. Sapevamo però che quando saremmo ripartiti, seppur con qualche difficoltà, saremmo comunque riusciti a risollevarci.

Come hanno reagito i clienti alle prime chiusure?

Guarda, penso che abbiano reagito così come abbiamo reagito tutti. Eravamo chiusi in casa e sicuramente, per una persona abituata a uscire per fare colazione, è difficile adeguarsi a una nuova normalità in casa. Immagino però che per certi versi potrebbe essere stato un toccasana aver avuto momenti liberi da dedicare alla famiglia, nonostante la situazione non permettesse una serenità totale. Ti trovi davanti a una situazione completamente imprevedibile. Nessuno immaginava che nel 2020 potesse capitare una cosa del genere. Credo che inevitabilmente il caffè o l’aperitivo, siano passati in secondo piano, nonostante si tratti di abitudini che possono venire a mancare perché ci si sente privati di qualcosa. Ci si sente privati della libertà.

Credi che le attività come la tua, siano adeguatamente supportate? Di che cosa avresti avuto bisogno per affrontare il futuro con più serenità?

Io credo che nessuna attività sia supportata nel modo giusto. Ma credo anche che qualunque governo, di qualunque paese, non sia nella possibilità di aiutare tutti adeguatamente. Un governo deve fare il possibile per dare l’opportunità a tutti di ripartire,  non solo ai commercianti o alle attività, ma anche al dipendente che ha dovuto vivere con una cassa integrazione. Io credo che la cosa migliore, dopo la situazione che si è creata, sia l’opportunità di lavorare e perché no, avere meno tasse da pagare. Ovviamente non pagare del tutto sarebbe impossibile, altrimenti il Paese non potrebbe stare in piedi; uno sforzo bisogna per forza farlo tutti. Prevedere meno spese almeno per un periodo limitato di tempo però, avrebbe permesso di riuscire a ripartire piano piano.

I gesti più belli a cui hai assistito in questo ultimo anno?

La solidarietà delle persone. In questo quartiere ho visto persone fare un po’ di spesa per aiutare altre persone in difficoltà. La cosa più bella è stata questa.

Credete che si tornerà completamente alla quotidianità precedente al covid o sarà necessario immaginare nuove idee di lavoro e nuove modalità di lavoro e di vita?

Sicuramente in parte il lavoro è cambiato. Ci vorrà del tempo per tornare alla situazione precedente. Sicuramente le persone oggi tendono sempre di più ad andare ad occupare il proprio tempo libero in posti all’aperto. Per quanto mi riguarda, ritengo che ci vorrà un po’ di tempo prima di poter tornare alla situazione pre-Covid.

Come immagini il futuro della vostra attività?

Il futuro della nostra attività lo vedo in crescita perché comunque, da quando abbiamo riaperto ad oggi, abbiamo lavorato anche un po’ più di prima. La zona è piena di gente e noi lavoriamo tutti i giorni e grazie a questo, abbiamo avuto un riscontro positivo. Certo, ci sono stati momenti difficili, ma oggi sono ormai superati. È normale che alcune lacune rimangano ma credo che andando avanti sarà sempre meglio.

 

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